31 dicembre 1861: il primo censimento
Data:
27 Dicembre 2018
Nella notte tra il 31 dicembre 1861 e il 1 gennaio 1862, i cittadini italiani, a pochi mesi dalla proclamazione del Regno d’Italia, sono chiamati a contarsi per la prima volta. Era necessario infatti tracciare una prima fotografia della popolazione italiana e acquisire informazioni sul numero di abitanti, suddivisi per sesso, età e stato civile.
Da quel momento i censimenti saranno effettuati con cadenza decennale, con uniche eccezioni nel 1891, per le difficoltà finanziarie del Paese, e nel 1941 a causa della guerra.
A partire dalla sua fondazione, nel 1926, a occuparsi dei censimenti sarà l’Istituto nazionale di statistica (Istat).
Dopo la trasmissione del regolamento per il censimento, la Sottoprefettura di Faenza raccomanda “ […] vivamente alle Giunte Municipali di non frapporre indugi pella pronta proposta dei commissari locali, nonché ai signori sindaci di curare attentamente perché le popolazioni dei rispettivi comuni abbiano a concepire una vera idea dello scopo a cui tale censimento generale viene eseguito ….non trattarsi minimamente di un fine fiscale o finanziario […] ”
Fra le professioni si possono trovare: 1720 “senza professione poveri”, 4944 “senza professione non poveri”, 3 cantanti e 1528 donne “applicate ai lavori di casa”. Una delle poche occupazioni che mostravano una certa eguaglianza fra uomini e donne è quella dei maestri e professori (31 maschi e 42 femmine). Due uomini risultano invece impiegati in professioni eminentemente femminili: il primo è fra le 171 “lavandaie”, e il secondo fra le 254 tessitrici. Fra i mestieri più inusuali i flebotomi (chi eseguiva operazioni di bassa chirurgia), i chincaglieri, i selcini (chi si occupava della pavimentazione delle strade).
Ultimo aggiornamento
9 Maggio 2024, 16:38