Sezione di Faenza

La storia

La Sezione, istituita con il decreto del Ministero dell’Interno del 29 marzo 1967, è stata aperta al pubblico il 12 gennaio 1970. Conserva i fondi archivistici statali, comunali e privati già depositati presso la Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, ove erano venuti riunendosi sin dagli anni immediatamente successivi al 1861, nonché alcuni fondi pervenuti alla Sezione dopo la sua apertura. Ha sede presso i locali concessi in comodato gratuito dalla Biblioteca Manfrediana, all’interno dell’ex convento dei Servi di Maria, risalente al XIV-XV secolo. Ristrutturato nel primo ventennio dell’Ottocento in stile neoclassico, venne acquistato nel 1823 dall’Amministrazione comunale per essere destinato a sede del pubblico Ginnasio (fino al 1873) con annessa Biblioteca e Pinacoteca. Durante la seconda guerra mondiale, a causa dei bombardamenti, il complesso subì importanti danneggiamenti tra cui il crollo dell’aula magna. La sede della Biblioteca venne parzialmente riaperta al pubblico nel 1945 e la ricostruzione venne definitivamente completata nel 1955. La Sezione, dalla sua istituzione nel 1967 fino a ottobre 2023, ha avuto sede nell’ex complesso conventuale con accesso dalla Biblioteca stessa.

Il patrimonio archivistico

Il patrimonio documentario conservato presso la Sezione di Faenza riveste un’importanza centrale per lo studio della storia della città e del territorio faentini. Fra i fondi che conservano il materiale più antico vi è quello delle Corporazioni religiose di Faenza, che riunisce gli archivi delle antiche corporazioni ecclesiastiche soppresse e delle confraternite laiche di Faenza e di alcuni comuni del distretto. Per la conoscenza del territorio e delle proprietà fondiarie importante è il fondo dei Catasti, che raccoglie documentazione proveniente dall’Ufficio distrettuale delle imposte dirette di Faenza; rilevanti sono inoltre gli archivi notarili di Faenza, Brisighella, Castel Bolognese, Riolo, Casola Valsenio, Solarolo e Bagnara. Di particolare interesse è poi l’archivio storico del Comune di Faenza, depositato presso la Sezione dal 1971: il fondo comprende sia la parte dell’antico archivio comunale (denominato anche “della Magistratura”), che copre l’arco cronologico che va dall’inizio del XVI secolo al 1797 (con documenti dal X secolo), che quella moderna, con documentazione che arriva fino all’anno 1956. Fra gli archivi privati si segnalano quelli delle famiglie Laderchi, Mazzolani-Sessi e Spada.

Punto di partenza per lo studio degli archivi faentini sono le Accessiones faventinae del Mittarelli ai Rerum muratoriani (1771); successivamente vanno ricordati Gian Marcello Valgimigli (1813-1877), Carlo Malagola (1855-1910), Antonio Messeri (1863-1923), Gaetano Ballardini (1878-1953), Giuseppe Rossini (1877-1963) e Piero Zama (1888-1984), che con la loro opera hanno concorso a riordinare e illustrare i vari archivi. Per essere rimasta Faenza durante tutto il Medioevo nel territorio d’influenza ravennate, poi sotto le legazioni pontificie di Romagna (1509-1796) e di Ravenna (1816-1859) e quindi, con lo stato unitario, per avere sempre fatto parte di questa provincia, molta documentazione che la riguarda va ricercata nell’Archivio di Stato di Ravenna e nell’Archivio storico diocesano di quella città. Ai fini della ricerca di fonti integrative, per il periodo che va dall’Alto Medioevo al 1550, è di grande utilità la consultazione dello schedario Rossini conservato presso la Biblioteca Manfrediana e interamente digitalizzato, ricco di oltre 90.000 regesti o notizie di documenti faentini conservati a Faenza e altrove.

Orari e contatti

La Sezione di Archivio di Stato di Faenza è attualmente chiusa al pubblico per motivi indipendenti dalla volontà di questa amministrazione. Avviseremo in questo sito della riapertura. L’indirizzo mail è ancora attivo.

E-mail: as-ra.faenza@cultura.gov.it
PEC: as-ra@pec.cultura.gov.it
Per informazioni:  327 2727211 – 0544 213674

Ultimo aggiornamento

2 Novembre 2023, 16:55