Legazione apostolica di Ravenna
Legazione apostolica di Ravenna
(1811-1860)
Inventario n. 69, 77
Storia istituzionale
Il 3 febbraio 1797 Ravenna passò ai Francesi, e fece parte del dipartimento del Rubicone, la cui capitale fu Forlì, e a questo dipartimento appartenne durante tutto il dominio napoleonico. Occupata dal dicembre 1813, successivamente dalle truppe austrobritanniche, murattiane, poi nuovamente austriache, il 9 giugno 1815 ritornò al pontefice.
Con il motu proprio di Pio VII del 6 luglio 1816 viene ridisegnata la struttura amministrativa dello Stato della Chiesa, e il territorio fu suddiviso in diciassette delegazioni, poi ridotte a tredici, ripartite in tre classi: qualora il delegato apostolico sia un cardinale, assumerà il titolo di Legato. La Romagna, Bologna e le Marche, le cosiddette “delegazioni di seconda recupera”, furono considerate di prima classe.
Nelle province di seconda recupera, il segretario di Stato card. Ercole Consalvi istituì governi provvisori nelle tre legazioni (Bologna, Ferrara, Forlì), nelle Marche (Ancona, Macerata e Fermo) tali governi furono affidati a congregazioni governative residenti nei capoluoghi e presiedute da un prelato, alle cui dipendenze erano posti i commissari pontifici preposti agli istituti già prefetture napoleoniche, i presidenti dei tribunali, i capi delle forze armate e che dipendeva direttamente dalla Segreteria di Stato. Furono aboliti i codici civile, penale e di procedura, ma si mantennero il codice di commercio ed i tribunali commerciali e fu conservata altresì la legislazione ipotecaria (Per l’ordinamento giudiziario dello Stato della Chiesa si rimanda alle note storiche di altro inventario).
I delegati pontifici, sottoposti al controllo del governo centrale, erano i capi della rispettiva provincia sotto l’aspetto politico, amministrativo, finanziario e giudiziario, con l’eccezione delle materie ecclesiastiche. L’organismo consultivo del delegato era la Congregazione Governativa, che viene poi soppressa con motu proprio del 1827.Il territorio della legazione era suddiviso in tre distretti: Ravenna (con Alfonsine e Cervia), Faenza (con Brisighella e Russi), Imola oggi in provincia di Bologna (con Casola Valsenio e Castel Bolognese).
A seguito delle insurrezioni del 1831, Ravenna divenne parte delle Provincie Unite Italiane, con sede del governo a Bologna. A fine aprile, dopo solo due mesi di governo, venne restaurato il potere dello Stato della Chiesa con l’intervento dell’Austria.
Il 5 luglio 1831 con il motu proprio “Ordinamento ammistrativo delle provincie e de’ consigli comunitativi” del papa Gregorio XVI sono introdotte alcune riforme (tra cui l’istituzione dei Consigli Provinciali) che dovevano andare incontro alle aspettative dei liberali, cercando di prevenire nuovi tentativi rivoluzionari.
La legazione di Ravenna è stata parte della Repubblica Romana, nata il 9 febbraio e soppressa i primo giorni di luglio del 1949.
Dopo il rientro del Papa Pio IX a Roma, lo Stato fu suddiviso in quattro grandi legazioni. più il circondario di Roma, ognuna governata da una Cardinale Legato. La Legazione delle Romagne riunì quelle precedenti di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna. Le antiche provincie non vennero meno, ma mantennero un delegato in luogo del Legato apostolico da cui erano governato in precedenza.
Dopo l’insurrezione nel giugno 1859, a seguito dell’allontanamento del delegato papale, fu nominata una Giunta Provvisoria di Governo in attesa della nomina di un funzionario del Regno di Sardegna. Nei mesi successivi vennero convocati commissari straordinari di nomina piemontese.
Nel novembre Luigi Carlo Farini assume la carica di dittatore delle “Provincie provvisorie” (entità composta dall’unione di ex Ducati ed ex Legazioni). Con il plebiscito del marzo 1860 il territorio della legazione entra nel Regno d’Italia.
Storia archivistica e contenuto
L’archivio, anticamente conservato presso il palazzo del Governo, fu riordinato dall’archivista Ottorino Montenovesi dell’Archivio di Stato di Roma su decreto del Ministro dell’Interno 9 aprile 1922, n. 8752 e trasferito presso la Biblioteca Classense nel 1928. La documentazione è stata poi versata presso l’Archivio di Stato di Ravenna nel 1941. La documentazione presenta delle lacune dovute alle modalità di conservazione del materiale in ambienti poco adatti allo scopo. L’archivio, è in gran parte composto dal carteggio amministrativo il cui impianto deriva dal periodo di governo francese. I titoli di classificazione variano a seconda dei mutamenti istituzionali.
Il riordinamento di Montenovesi inizia con documenti del 1811 (Ravenna nel Regno d’Italia) e arrivano al 1860. I legati pontifici rimasero prevalentemente coerenti con le norme di classificazione dei loro predecessori. Naturalmente i cambiamenti più evidenti si riscontrano in corrispondenza delle rivoluzioni del 1831 e del 1849.
L’archivio è stato riordinato e ricondizionato fino alla busta n. 1345, dal titolo “Acque” al titolo “Commissariato di guerra”. Dal titolo “Marina” al titolo “Vettovaglie” le buste non sono ricondizionate e rinumerate, pertanto riportano un numero corrispondente al vecchio ordinamento, non consecutivo ai numeri di catena della prima parte.
Nell’inventario redatto da Montenovesi in occasione del suo riordinamento sono indicate anche una serie di buste non comprese nel titolario principale.
La serie raccoglie, sotto il medesimo titolario, anche gli atti di: Viceprefettura (1811-1813), Governi provvisori (1814-1815), Prolegati (1832-1837) dipendenti dal Commissario straordinario pontificio per le quattro legazioni in Bologna, Giunta provvisoria di governo e Intendenza generale di Ravenna (1859-1860). La serie dei registri di protocollo (regg. 145) copre tutti i cambiamenti istituzionali.
Ultimo aggiornamento
10 Aprile 2024, 13:25