Atti del Governo di Faenza

Governo di Faenza (1797-1860)

Il fondo raccoglie la documentazione prodotta dalla principale istituzione giudiziaria locale del territorio faentino, il Governo di Faenza, all’interno della compagine amministrativa della Legazione apostolica di Ravenna nel XIX secolo e, aggregata a essa, parte della documentazione delle altre istituzioni giudiziarie che si sono susseguite tra l’arrivo dei Francesi nel 1796 e l’annessione del territorio al Regno di Sardegna fino al 1860.
L’istituzione dei Governi fu l’esito delle riforme amministrative di Pio VII seguite alla riannessione delle cosiddette “Province di seconda recupera” allo Stato pontificio dopo la Restaurazione.

Il Governo, retto da un Governatore di nomina sovrana, era la figura apicale nell’amministrazione giudiziaria dei territori comunali in cui era residente ed esercitava la giustizia sia in ambito civile che in quello criminale (penale). Oltre alle le funzioni propriamente giudiziarie i governatori svolgevano anche attività di vigilanza amministrativa su molti aspetti della vita istituzionale ed economica del loro territorio.
Secondo il Riparto dei governi e delle comunità dello Stato pontificio del 1817 il Governo di Faenza era annesso al Distretto di Faenza insieme ai governi di Brisighella e Russi e oltre alla città di Faenza la sua giurisdizione insisteva sulle località di Basiago, Casale, Castel Raniero ed Erario, Casanigo, Celle, Cesà di qua e Cesà di là, Felisio, Marzano e Rivalta, Mezzeno, Oriolo, Pergola, Prada , Quarada, Quartireggio, Reda, Sarna, San Mamanle e Casliglione, San Marco, Sant’Andrea, Sant’Antonio in Borgo, San Lorenzo, San Luca delle Spianate, San Pier di Laguna e Tebano.
Con l’annessione della Provincia di Ravenna nel Regno di Sardegna nel 1859 i Governi vennero trasformati in Regie giudicature di mandamento, e in seguito trasformate in Preture, con l’entrata in vigore della riforma del sistema giudiziario del Regno d’Italia nel 1865.
Il fondo del Governo di Faenza, versato dalla Pretura di Faenza, è stato conservato presso la Biblioteca Manfrediana di Faenza ed è pervenuto alla Sezione di Archivio di Stato nel 1970, anno in cui Istituto è stato aperto al pubblico.

Il fondo è strutturato in 3 serie principali:

  • Atti criminali (1849-1860);
  • Atti civili (1797-1860, con documentazione dal 1628);
  • Cause economiche (1828-1860).

Giurisdizione criminale

In ambito criminale il Governo giudicava cause per reati punibili con meno di un anno di opera. Le sentenze criminali non erano appellabili.
I reati più gravi erano giudicati dal Tribunale criminale, poi Tribunale civile e criminale di prima istanza di Ravenna, la cui documentazione è conservata presso l’Archivio di Stato di Ravenna.
L’intera documentazione precedente al 1849 è andata distrutta durante i disordini che divamparono in molte città dello Stato pontificio al momento della proclamazione della Repubblica Romana il 12 febbraio 1849, quando la folla prese d’assalto i locali dell’archivio criminale del Governatore di Faenza dando alle fiamme le carte presenti.
In questo senso la busta n1 della serie degli Atti criminale conserva le uniche testimonianze superstiti a tale evento.
Si segnala inoltre che tracce dell’amministrazione della giustizia criminale durante il periodo napoleonico a Faenza possono essere trovate presso l’Archivio di Stato di Forlì, che conserva i fondi giudiziari criminali delle istituzioni dipartimentali attive nel Dipartimento del Rubicone che si occupavano degli appelli provenienti anche dal territorio faentino.

Giurisdizione civile

In ambito civile il Governo giudicava le cause minori (che non superavano il valore di cento scudi), le cause di “sommariissimo possessorio (possesso momentaneo di beni), le cause di alimenti dovuti, di danni dati, di mercedi (salari) dovute ai giornalieri, le controversie per le contrattazioni in tempo di fiera e di mercato”, inoltre aveva funzioni di controllo amministrativo su appalti e lavori pubblici del distretto.
Le cause erano portate in appello davanti al Tribunale civile di prima istanza, poi Tribunale civile e criminale di Ravenna.
In ambito civilistico il Governo si occupava anche delle cause economiche, ossia cause di piccolissima entità, fino a un valore di 5 scudi, per le quali non si procedeva per via giudiziaria ma in via conciliativa tra le parti.
La documentazione conservata comprende anche parte di quella prodotta dalle istituzioni giudiziarie napoleoniche e, in particolare, dal Giusdicente di Faenza, dal Giudice di pace di Faenza, dall’Ufficio di conciliazione e dalla Pretura di Faenza. Tale documentazione è pero inserita senza soluzione di continuità tra le serie relative al Governo di Faenza.
Presso l’Archivio di Stato di Ravenna è conservato il fondo della Sezione civile del Tribunale di appello del Dipartimento del Rubicone, l’istituzione giudiziaria che si occupava delle cause civili appellate provenienti anche dal territorio faentino.

Introduzione a cura di Antonia Alpi e Dario Taraborrelli


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Ultimo aggiornamento

8 Aprile 2024, 08:54